Nei cda delle aziende quotate cresce l’attenzione per i temi Esg
Aumenta la diffusione del comitato sostenibilità, presente a fine 2022 in 123 società che rappresentano il 94,5% della capitalizzazione di Borsa, come rilevato dalla Consob.
Cresce l’attenzione dei Consigli di amministrazione delle società italiane quotate in Borsa per i temi della sostenibilità, mentre si attenuano gli squilibri di genere negli organi di vertice con una presenza femminile nei board oltre la percentuale minima fissata per legge.
È quanto emerge dall’ultimo Rapporto sulla corporate governance delle società italiane quotate a Piazza Affari, pubblicato dalla Consob, riferito al 2023.
Nel dettaglio, l’interesse crescente per il complesso tematico sintetizzato nell’acronimo Esg (Environmental, Social and Governance, cioè ambiente, sociale e governo delle imprese) si riflette nell’incremento dei comitati cosiddetti endoconsiliari, istituiti all’interno dei Consigli di amministrazione. In particolare, la diffusione del comitato sostenibilità, presente a fine 2022 in 123 società che rappresentano il 94,5% della capitalizzazione di Borsa. Cinque anni prima, nel 2017, si erano dotate di un comitato sostenibilità solo 45 aziende pari al 61% della capitalizzazione.
Per quanto riguarda la presenza delle donne negli organi di amministrazione e di controllo delle quotate, alla fine del 2023 la quota degli incarichi di amministrazione ricoperti da donne ha raggiunto il 43% a fronte di una soglia minima del 40% normativamente prescritta.
Resta, però, minoritaria la presenza delle donne nei ruoli apicali, cioè nella posizione di amministratore delegato (20 casi) e di presidente (31); in crescita, tuttavia, rispetto ai dati corrispondenti del 2019, rispettivamente 17 e 26.
L’attenuazione degli squilibri di genere ha comportato, tra l’altro, un innalzamento del livello di istruzione e una diversificazione del background professionale negli organi di vertice.
A cura de Il Sole 24 Ore
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La nostra aspirazione in ambito ESG: essere un fattore di cambiamento positivo.
Tutti i diritti riservati. Gli articoli, i materiali, i contenuti ed i servizi presenti sulle pagine web raggiungibili da questo indirizzo https://www.deutsche-bank.it/news/detail/dbmagazine sono destinati ad un utilizzo personale e non professionale e non possono essere copiati, trasmessi, pubblicati, distribuiti o sfruttati commercialmente senza l’esplicito consenso scritto del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Tutti i materiali pubblicati, inclusi a titolo esemplificativo, articoli di informazione, fotografie, immagini, illustrazioni, sono protetti dalle leggi sul diritto d’autore e sono di proprietà dell’editore o di chi legittimamente disponga dei diritti relativi. Le informazioni contenute nel presente documento si basano su fonti ritenute attendibili: tuttavia il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha effettuato una verifica indipendente relativa a tali informazioni e declina ogni responsabilità a riguardo. Conseguentemente, nessuna garanzia, espressa o implicita, è fornita, né alcun affidamento può essere fatto riguardo alla precisione, completezza o correttezza delle informazioni e delle opinioni contenute in questo documento. Gli articoli, le ricerche e gli studi pubblicati rappresentano esclusivamente le opinioni e i punti di vista dei relativi autori: esse non riflettono necessariamente le opinioni di Deutsche Bank S.p.A. né di qualsiasi società controllata o consociata del Gruppo Deutsche Bank S.p.A.. Né l’autore né il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. possono essere ritenuti responsabili per danni derivanti dall’utilizzo della presente pubblicazione, tranne per quanto è previsto dalla normativa applicabile. Il Gruppo Deutsche Bank S.p.A cercherà in tutti i modi di evitare la pubblicazione di informazioni erronee ed affermazioni che possano in alcun modo essere considerate lesive di diritti di terzi. Le informazioni riportate hanno solo uno scopo informativo, non sono da intendersi, interpretarsi o considerarsi in alcun modo come messaggio promozionale ovvero offerte di vendita o sollecitazioni a sottoscrivere, invito ad acquistare o vendere o come raccomandazione ad acquistare o collocare qualsiasi tipo di strumento finanziario, nè come giudizi da parte del Gruppo Deutsche Bank S.p.A. sull’opportunità dell’investimento in alcuno dei prodotti illustrati, o ricerca in materia di investimenti, né tantomeno costituiscono una raccomandazione ad eseguire alcun tipo di operazione. Quanto ad eventuali richiami di natura fiscale qui contenuti, va rilevato che i livelli e le basi di tassazione a cui fanno riferimento gli articoli pubblicati sono suscettibili di cambiamenti rispetto alla data di pubblicazione e possono incidere sul valore dell’investimento; il Gruppo Deutsche Bank S.p.A. non ha l'obbligo di mantenere aggiornate queste informazioni, né tantomeno di aggiornarle. La distribuzione di questo documento in altre giurisdizioni può essere soggetta a restrizioni e pertanto le persone alle quali dovesse pervenire tale documento si dovranno informare sull’esistenza di tali restrizioni ed osservarle. Ulteriori informazioni sono disponibili su richiesta.
Cresce l’attenzione dei Consigli di amministrazione delle società italiane quotate in Borsa per i temi della sostenibilità, mentre si attenuano gli squilibri di genere negli organi di vertice con una presenza femminile nei board oltre la percentuale minima fissata per legge.
È quanto emerge dall’ultimo Rapporto sulla corporate governance delle società italiane quotate a Piazza Affari, pubblicato dalla Consob, riferito al 2023.
Nel dettaglio, l’interesse crescente per il complesso tematico sintetizzato nell’acronimo Esg (Environmental, Social and Governance, cioè ambiente, sociale e governo delle imprese) si riflette nell’incremento dei comitati cosiddetti endoconsiliari, istituiti all’interno dei Consigli di amministrazione.
In particolare, la diffusione del comitato sostenibilità, presente a fine 2022 in 123 società che rappresentano il 94,5% della capitalizzazione di Borsa. Cinque anni prima, nel 2017, si erano dotate di un comitato sostenibilità solo 45 aziende pari al 61% della capitalizzazione.
Per quanto riguarda la presenza delle donne negli organi di amministrazione e di controllo delle quotate, alla fine del 2023 la quota degli incarichi di amministrazione ricoperti da donne ha raggiunto il 43% a fronte di una soglia minima del 40% normativamente prescritta.
Resta, però, minoritaria la presenza delle donne nei ruoli apicali, cioè nella posizione di amministratore delegato (20 casi) e di presidente (31); in crescita, tuttavia, rispetto ai dati corrispondenti del 2019, rispettivamente 17 e 26.
L’attenuazione degli squilibri di genere ha comportato, tra l’altro, un innalzamento del livello di istruzione e una diversificazione del background professionale negli organi di vertice.
A cura de Il Sole 24 Ore
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