db Magazine November 14, 2023

Cresce la paga dell’AD green

Secondo un rapporto Consob, per determinare i compensi degli amministratori delegati di 127 società presenti sul mercato Euronext Milan sono stati presi in considerazione criteri ambientali, sociali e di governance.

Erano solo 106 nell’anno precedente. Inoltre, questi fattori sono sempre più integrati anche nella strategia aziendale.

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I fattori ESG (Environmental, Social, Governance) ricoprono un’importanza sempre maggiore all’interno delle imprese italiane. Merito di un cambio culturale, spinto anche dai nuovi obblighi legislativi che le aziende si ritrovano a dover affrontare. È questo lo scenario emerso dal Rapporto Consob sulla Rendicontazione non finanziaria del 2022. Il report ha preso in esame le 148 società con azioni ordinarie quotate sull’Euronext Milan di Borsa Italiana (pari al 69% del listino) che hanno pubblicato una Dichiarazione Non Finanziaria, che racchiude dati e informazioni relative ad ambiti diversi rispetto a quelli finanziari tradizionali, come la sostenibilità e la gestione aziendale.

Tra queste aziende, 127 hanno adottato i criteri ESG per stabilire i compensi degli amministratori delegati e dei vertici societari. 

I fattori ESG per le remunerazioni

Rispetto al 2021, il numero delle società che hanno integrato i parametri ESG per stabilire i compensi degli amministratori è cresciuto da quota 106 a 127: dal 47% al 58,5%. In 111 casi si fa riferimento a remunerazioni a breve termine, mentre in 75 casi a quelle di lungo termine.

Il collegamento tra fattori ESG e remunerazioni risulta più frequente nelle imprese di dimensioni maggiori: un dato in linea con l’anno precedente secondo la Consob.

Un altro elemento riguarda il settore in cui operano le società: in quello finanziario i compensi “sostenibili” sono presenti con una frequenza più elevata rispetto al comparto industriale o dei servizi.

Oltre che per determinare le retribuzioni, si può inoltre notare una crescente propensione delle società a utilizzare i fattori ambientali, sociali e di governance nei processi decisionali dell’impresa. 

Il compenso a breve termine

Per quanto riguarda, in dettaglio, il compenso a breve periodo dell’amministratore delegato, solitamente collegato alla performance annuale della società, i fattori presi in considerazione sono sociali (62 casi) e ambientali (40). Diciotto società collegano la remunerazione al posizionamento in un determinato indice oppure alla classificazione in un rating ESG. In altri undici casi lo stipendio dipende, invece, dallo sviluppo di specifici prodotti come, ad esempio, quelli dalle caratteristiche “green” delle banche. I fattori di governance hanno un peso in altri quattordici casi.

I fattori “sociali” maggiormente presi in considerazione sono la formazione, l’inclusione e lo smart working, ma anche la riduzione degli incidenti sul lavoro e la soddisfazione della clientela. Mentre, per quanto concerne i fattori ambientali, si fa riferimento principalmente alle emissioni di CO2 e alle energie rinnovabili.

Il compenso a lungo termine

Per il compenso variabile di lungo periodo dell'amministratore delegato, collegato ad esempio ai risultati dei piani strategici aziendali, la porzione direttamente collegata ai fattori ambientali, sociali e di governance è in media del 19%.

I fattori sociali e ambientali sono presi in considerazione, rispettivamente, in 43 e 40 casi mentre quelli di governance solo in 6 casi.

Le aziende che presentano un collegamento tra la retribuzione di lungo periodo a un indice o rating ESG sono 16, mentre 8 lo legano allo sviluppo di prodotti ad hoc.

Così come per le remunerazioni di breve periodo, tra i parametri sociali valutati c’è il benessere dei dipendenti. Le emissioni di CO2 hanno invece un peso determinante tra quelli ambientali. 

A cura di OFNetwork